Jesolo
Jesolo, comune con più di 26 mila abitanti, situato a nord di Venezia, è una delle destinazioni turistiche più amate e più frequentate in Italia. La città è molto rinomata per la sua accoglienza turistica: la lunga spiaggia si stende per 15 chilometri tra il Porto di Piave Vecchia e il caratteristico Porto di Cortellazzo, passando per l'ombreggiata Pineta, una vera e propria perla verde in città.
L’ambiente naturale, con la ricchezza floro-faunistica della valli e della laguna, i percorsi ciclabili e le vie d’acqua regalano indimenticabili albe e tramonti. Risalendo il fiume Piave lungo il suo argine sinistro in uno sterrato ombreggiato e fresco anche nelle giornate più calde estive, si arriva ai confini nord-occidentali di Jesolo, in una zona ancora prevalentemente agricola che conserva testimonianze preziose. Il percorso è molto caratteristico e tranquillo, vi accompagna tra frutteti, vigneti e orizzonti aperti.
L'attuale territorio di Jesolo era nell'antichità una laguna, all'interno della quale sorgevano alcune piccole isole. La città, definita dai romani Equilium, ebbe i natali durante l’Impero Romano quale vicus (= villaggio) su di un’isola in prossimità della foce del Piave: era una delle numerose tappe dove le imbarcazioni mercantili sostavano, all’interno della laguna di Venezia, per ripararsi da venti e tempeste sul percorso da Ravenna ad Aquileia.
La storia della città è densa di eventi a cavallo tra l’impero Romano e la grande guerra del 1918. Jesolo fu per lungo tempo anche sede Vescovile. Abbandonata a causa dell’aggravarsi della situazione ambientale, dovuta agli umori del fiume Piave che trasformò il territorio jesolano in palude, la città riprese a svilupparsi alla fine del 1400, con l’istituzione della Parrocchia di San Giovanni Battista. Dimenticato l’antico nome di Equilo, fu denominata Cavazuccherina finchè, nel 1930, il re Vittorio Emanuele concesse di riassumere il vecchio nome di Jesolo.
All’entrata della Valle Drago Jesolo si trovano i resti della Torre del Caligo. Nel Medioevo la storica località di Torre di Caligo era utilizzata come presidio militare che permetteva di far pagare i pedaggi a chi voleva entrare in laguna. Anche se i soventi nebbioni palustri l’attorniavano e la nascondevano, (caligo=nebbia), lungo il canale Caligo transitavano, infatti, zattere cariche di tronchi che provenivano da Perarolo di Cadore, e navigando sull’acqua trasportavano all’Arsenale di Venezia la materia prima per la costruzione delle navi della Repubblica Serenissima. Il canale era inoltre la vitale via d’acqua attraverso cui le merci approdate o prodotte a Lio Maggiore prendevano la via dell’est e le vele delle barche veneziane, sgargianti di colori, erano certo visibili lungamente dalla stessa Lio Maggiore nel loro incedere attraverso gli orti e la barena.